Recensione 002 - La rosa purpurea di Vaarn


 La seconda rece del blog è stata consigliata dall'autore dell'avventura, e per questo motivo ho deciso di recensirla con una severitá e cattiveria tale da sembrare parodistica. E cosí è, se non fosse che sotto agli insulti sguaiati e personali all'inverosimile (atti ad amplificare l'effetto umoristico alla lettura) si cela un giudizio tagliente ma sincero. Iniziamo.

TITOLO: La rosa purpurea di Vaarn

AUTORE: El Pedrito

SISTEMA: Le volte di Vaarn/Myfaarog

LIVELLO: Np

Un cinema nel deserto è anche un laboratorio abbandonato. Son cose che capitano. Entrano gli avventurieri.

L'hook è semplice quanto elegante (perchè non c'è, ma fa niente, solo perchè una cosa non c'è non significa che non esista). Antonio, fa caldo, e l'ombra e I segni di viandanti passati allettano.

Siamo alla povertá estrema, e la cosa mi soddisfa. Il tesoro è sorprendentemente azzeccato (anche se sento il bisogno di un'unitá di misura, ci arriviamo), I pericoli sono quello che sono, e cercano di distribuirsi pseudorandomicaminte in queste SEI STANZE. 

Pedro ci ha il dungeon piccolo. 6 stanze, definite in 6 pagine nella sua (superiore perchè più breve) edizione italiana. C'è la sala di proiezione, il laboratorio, una stanza, un robo allagato, le api. Andati sono I tempi dei megadungeon, andati I livelli sotterranei e L'esplorazione. Perduto è l'uso della torcia e il suo consumo (la principale caratteristica che definisce la mentalitá OSR, senza la quale il gioco non ha valore alcuno). Siamo in un mondo di barbari, barbari del deserto e dive di Hollywood.

L'autore è un cinefilo, sa il fatto suo, e questo traspare dalle INNUMEREVOLI CITAZIONI AL MEDIUM: la rosa purpurea del titolo è chiaramente un rimando raffazzonato a "La rosa purpurea" del film, e poi c'è uno che si chiama Herzog e stiamo tutti in un cinema.

E le api sono una chiara citazione a "le api" di Sergio Endrigo.

Il dungeon è stretto, diciamocelo, e nella sua versione italiana faticoso da decifrare. C'è una mappa, ma è stata creata utilizzando il sistema di generazione geologico/teotaumaturgico/numeromagico delle vene della terra teorizzato da Patrick Stuart nel suo VEINS OF THE HEART. Un tentativo ammirevole di rendere l'avventura piú sofisticata, ma non basta. Bella la verticalitá del tutto, ottimo l'ascensore crollato che permette una veloce via di ingresso ed una sventurata fuga al rallentatore dalle api (una decisione presa frettolosamente si ripercuote sul pg sventurato con la forza di mille martelli ad una decina di stanze piú tardi...ah no aspe). Pedro è un amante delle vecchie edizioni, dei classiconi massimi come la serie B. I rimandi ai capostipiti di DnD si fanno sentire (forse troppo, mangiando un poco di identitá dell'avventura).  La biglietteria è un ovvio rimando alla bocca magica (lol) di Casqueton e B1, e la tromba (lol) dell'ascensore è un telefonatissimo callback al castello di Ravenloft (Tracy e Laura Hickman sanno il fatto loro) e al suo complesso intreccio di scale e botole e specchi e leve. Una tridimensionalitá che risulta peró sprecata nel poco spazio a disposizione dio cane.

Sento la mancanza di un goblin qui.

Il grognardone sa comunque il fatto suo, ci piazza cosí un supercomputer (a emulare una timida fazione alleata) con il raffreddore (che spasso) e una quest secondaria (?): ritrovare la leggendaria pellicola "la rosa purpurea" e fargliela rivedere un'ultima volta. Apparte il fatto che è poetico af, che succede se I pg hanno successo? Boh.

L'autore dice che devi dirglielo tu. Ma a sto punto gli dico pure che deve mettermi una stanza in piu e un goblin grasso che posso menare e un numero definito di abitatori che posso scalare con gli schiaffi e magari se siamo fortunati pure una fetta di culo?

Io avrei messo un supercomputer rivale in un'altra stanza con un accento russo e una squadra di 20 gnomi e poi ci avrei messo un sistema di movimento a binari per muovere le motherboard e alla fine avrei fatto dire al computer raffreddato qualcosa del tipo "il montaggio cinematografico lo puoi ritrovare fin nell'architettura e presto partiró per il Messico spero non mi uccida nessuno lá" per far felice I murderhobo. Ma non sto qui a migliorare la roba degli altri. No aspe, ho invertito I supercomputer. Dov'ero rimasto?

Ho gia detto che il laboratorio in passato era una roba di geometria non euclidea magica che avrebbe permesso di fare robe con lo spazio e le dimensioni fighe?

La tabella di incontri casuali è suggestiva, ma con cosí poco margine di esplorazione rischia di essere overkill. Bello l'incontro coi cowboy bidimensionali in bianco e nero, uno squisito tocco di assurdo, puro Sword & sorcery. Bello l'incontro con le api. Brutta la parte coi pupazzi di neve assassini, quella la leverei.

Ma il tesoro? Il tesoro è l'acqua. Il grognardone l'ha fatta fuori dal vaso, e ora I pg se la devono bere. Questo è geniale, ma vorrei una quantitá. Oddio forse non serve, è semplicemente una riserva inamovibile, tipo un pozzo. Figo. C'è anche qualche oggetto magico (uno, ma figo) donato dal supercomputer e della coca che fa volare. Ganzo. Anni 90.

Aspe l'acqua è elettrificata tiro salvezza su morte.

L'autore consiglia di non dire ai giocatori esplicitamente che stanno esplorando un cinema, ma l'autore non è mia madre e io faccio il cazzo che voglio.

VOTO: 507 su 1000 tendente al 508 perchè è l'avventura per Vaarn piu bella che abbia mai letto e perchè è gratis.

https://pedro-celeste.itch.io/the-purple-rose-of-vaarn (VERSIONE INGLESE, molto piú estetica e con una mappa comprensibile)

La prossima recensione sará G1 - Steading of the hill giant chief, di G. Gaygax (uno che sapeva il fatto suo)

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